mercoledì 19 luglio 2023

La climatizzazione naturale per MCS ed EHS

Temparatura e umidità

Il Dott. William J. Rea, nei suoi libri riguardanti la costruzione di Unità Ambientali Controllate per persone con Sensibilità Chimica Multipla (MCS) ed Elettrosensibilità (EHS) ha dedicato un ampio spazio al controllo della temperatura e dell'umidità. 

Chi soffre di patologie croniche, infatti, spesso risente molto di questi due parametri al punto che la sua capacità di funzionare più dipendere moltissimo da questi fattori. Nell'esperienza del Dott. Rea più è serio il livello della patologia, minore è il range di temperatura/umidità in cui il paziente riesce a funzionare.

Si parla in questi casi di meteropatia che può essere molto variabile. Alcune persone funzionano bene solo con climi caldi secchi, altri con climi caldo-umidi, altri ancora funzionamo meglio con il freddo secco, ma è molto raro che i pazienti con patologie croniche stiano bene in climic freddi e umidi.

Per questo motivo la realizzazione di Casa Vallebona ha dedicato un lungo studio preliminare ai fattori di temperatura e umidità attraverso una buona progettazione della ventilazione.

La muratura ventilata

Quando abbiamo progettato Casa Vallebona ci siamo preoccupati degli sbalzi climatici. In montagna, infatti, fa molto freddo, ma in alcuni periodi dell'estate le temperature possono arrivare a 30-35 gradi e servono, perciò, delle misure per rendere confortevole la temperatura degli ambienti interni.

Poiché molte persone con MCS soffrono anche di Elettrosensibilità (EHS), non sempre è possibile usare ventilatori o condizionatori elettrici.

La nostra soluzione per garantire un ottimo confort a tutti è stata creare una controparete di mattoni forati interna alla muratura in pietra. Questo ha permesso, da una parte di creare una buona ventilazione che aiuta anche prevenire la formazione di muffe e, dall'altra di creare una camera d'aria di compensazione climatica.

Questo ha portato a rinunciare a qualche centimetro di spazio interno, ma ha permesso di garantire una muratura sana e sufficientemente coibentata per superare gli sbalzi termici.

Al fine di promuovere ulteriormente la ventilazione nella camera d'aria interna alla muratura, sono state inserite delle bocchette d'aria. La differenza tra le bocchette esposte a Nord e quelle più calde esposte a Sud favorisce i moti convettivi dell'aria.


Che soluzioni naturali si possono adottare per rinfrescare la casa?

Innanzitutto bisogna conoscere l'esposizione della casa e le direzioni dei venti. In linea generale si consiglia di tenere le finestre chiuse e le serrande abbassate nelle ore più calde soprattutto se il sole colpisce direttamente le finestre.

Bisogna cercare di aprire le finestre e far arieggiare la stanza la mattina presto e la sera, facendo attenzione alla direzione dei venti. In alcuni luoghi, per esempio, ci può essere una buona qualità dell'aria la mattina, ma non la sera o viceversa. Quando si parla di ventilazione, infatti, bisogna ricordarsi di dare priorità alla qualità dell'aria esterna.

Un'altra possibile misura è posizionare un condizionatore o un deumificatore in una zona centrale della casa così che possa raffreddare anche le stanze vicine senza che il campo magnetico disturbi la persona sensibile.

Un'altra soluzione interessante per chi ha una casa autonoma è la decorazione delle murature esterne con edera che tiene fresca la casa e anche cercare di circondare la casa di alberi, ma non troppo vicini perché l'eccesso di ombre è motivo di proliferazione di muffe.



Foto di Mikes-Photography da Pixabay

Per saperne di più su come progettare, realizzare o semplicemente gestire una casa per persone con MCS ed EHS puoi leggere il libro "La casa della buona salute" pubblicato dalla Libreria Editrice Fiorentina. 

giovedì 4 maggio 2023

Arredamenti a Casa Vallebona

Casa Vallebona è stata realizzata seguendo esattamente le indicazioni dell'Ecologia Clinica e della Medicina Ambientale. In particolare, sono stati usati come punti di riferimento due libri del Dott. William J. Rea, un cardiochirurgo che era egli stesso affetto da Sensibilità Chimica Multipla. Il Dott. Rea ha realizzato nella sua clinica le prima Unità Ambientali Controllate per accogliere i pazienti con MCS.

Il suo libro "Ottimi ambienti per un'ottima salute e creatività" spiega nel dettaglio quali materiali utilizzare per la struttura della casa, per le finiture e per la mobilia al fine di ridurre quanto più possibile il carico tossico e per evitare reazioni allergiche e di sensibilità alle sostanze chimiche.

I materiali usati nelle Unità Ambientali Controllate sono:

  • muratura a calce o cemento bianco,
  • piastrelle in gress porcellanato,
  • legno massello a basso contenuto di terpeni (come il pioppo, l’acero, il castagno, il noce, il ciliegio e il faggio),
  • vetro,
  • metalli,
  • la plastica rigida.


Il secondo libro "Successo nella camera da letto" spiega quanto sia importante dare massima priorità alla creazione di almeno una stanza completamente "bonificata" e priva di materiali che possano emettere anche le più piccole tracce di composti organici volatili di altri allergeni. 

Di solito si suggerisce di dare priorità alla bonifica della camera da letto perché il luogo dove si trascorre in assoluto il tempo più lungo della giornata.



I seguenti sono i materiali migliori secondo l'Ecologia Clinica.

Il legno

Il legno massello è in assoluto il materiale migliore perché l'Uomo si è evoluto per milioni di anni in un ambiente ricco di alberi e in case costruite con il legno. 

Solo da pochi decenni è iniziato il fenomeno della ipersensibilità e delle allergie ad alcubni legni a causa dell'uso intensivo di petrolio e di composti petrolchimici che hanno causato sensibilizzazione a sostanze, come il toluene e il benzene, che in naturano erano presenti solo in minime tracce. 

Il petrolio, infatti, non è altro che un prodotto della macerazione delle foreste antiche e in esso la presenza di terpeni è concentrata e inadatta all'Uomo. 

Per questo motivo i legni più indicati per le persone allergiche e con sensibilità alle sostanze chimiche sono quelli più "duri". A Casa Vallebona abbiamo usato solo piccole quantità di legno massello e per la verniciatura abbiamo usato uno smalto bianco a zero contenuto di VOC.

Il vetro



Il vetro è un materiale eccellente perché liscio, compatto e facilmente pulibile. Essendo poroso, però, deve essere utilizzato solo in contesti dove non venga contaminato da profumi, detersivi, fumo, ecc.

A Casa Vallebona abbiamo scelto un tavolo e una consolle in vetro con gambe di metallo che, tra l'altro, donano luce e gradevolezza agli ambienti.
 

I metalli


I metalli, soprattutto acciaio e alluminio preverniciato, sono ideali per la casa sana. 

Unica eccezzione sono i mobili in acciaio fatti su misura perché il processo di lavorazione prevede l'uso di grassi petrolchimici per la lucidatura finale delle superficie con una conseguente detersione profonda. 

Se si vuole fare un mobile in acciaio su misura è bene concordare preventivamente con l'artigiano l'uso di grassi biologici per la lucidatura, che non siano di derivazione petrolchimica, e anche l'uso di detergenti senza profumazione per la pulizia finale.
 
A Casa Vallebona abbiamo usato solo mensole in acciaio e mobili in alluminio preverniciato pronti all'uso che sono molto efficaci per riporre stoviglie, pentole, eccetera.

 




Mobili in muratura


Al fine di realizzare mobili durevoli a Casa Vallebona abbiamo fatto la scelta di realizzare quanti più possibili mobili in muratura a partire dall'angolo cottura, fino ai due armati, al mobile bagno, alla consolle per la televisione.



La plastica rigida

Anche la plastica rigida è un ottimo materiale per l'Unità Ambientale Controllata perché non rilascia odori e particolato, ma è fondamentale scegliere tipi di plastica duri perché sono quelli privi di ftalati. 

Gli ftalati, infatti, servono a rendere morbida la plastica e sono responsabili non solo di reazioni di ipresensibilità, ma anche di rischio cancerogeno.

Le plastiche rigide inodore sono idonee e permettono di conservare abiti, cibi, libri, con il vantaggio di preservare dal rischio di umidità.

A Casa Vallebona abbiamo scelto diversi tipi di sedie con struttura in metallo e seduta in plastica, che è più calda e confortevole del metallo.


@ Casa Vallebona

Per saperne di più puoi leggere il libro di Francesca Romana Orlando "La casa della buona salute" (Libreria Editrice Fiorentina, 2022) disponibile nelle librerie online e su ordinazione in qualsiasi libreria fisica.



domenica 30 aprile 2023

Primavera a Casa Vallebona

Ogni stagione ha i suoi aspetti positivi. La Primavera a Vallebona è un periodo straordinario perché è possibile vedere i primi fiori spuntare, margherite, camomilla, violette, ma anche le speciali orchidee di questo territorio per le quali è stato creato il Parco dei Monti Lucretili.

In questo periodo le temperature dolci permettono di pranzare all'aperto e di stare sotto il sole, senza ombrelloni. Nel cielo si vedono spesso le poiane volare con i loro piccoli perché hanno il nido su Monte Castellano, il monte sopra Vallebona. 


Tra Maggio e Giugno, quando non è ancora troppo caldo per loro, si sente il piacevole canto degli usignoli. Se si mette in casa della musica è facile vedere arrivare sul davanzale della finestra qualche usignolo che risponde al richiamo musicale, è un vero spettacolo.

Le temperature dolci sono perfette anche per fare trekking. Non serve prendere l'auto se si vuole andare in uno dei sentieri vicini, come quello che va a monte Castellano, quello che va alla Morretta o alle Pratarelle. 

Le foto mostrano il verde intenso tipico di questo periodo, in cui il caldo e il terreno umido permettono la crescita di prati floridi, come nella campagna inglese.




martedì 21 marzo 2023

Tivoli

45 minuti

Da Orvinio bisogna andare a Licenza ea Vicovaro per raggiungere l'autostrada principale A24 in direzione Tivoli.











Villa d’Este  

La villa è stata dichiarata nel 2001 Patrimonio dell’Umanità UNESCO e rappresenta un esempio unico di giardino italiano. Il palazzo è stato disegnato dall’architetto Pirro Logorio che iniziò i lavori nel 1550 su commissione del Cardinale Ippolito II d'Este, figlio di Lucrezia Borgia. Il cardinale, frustrato perché non era stato eletto papa, volle realizzare questo palazzo per rivivere i fasti delle corti di Ferrara, Roma e Fointanebleau e per vedere rinascere la magnificenza dell’antica Villa Adriana di epoca romana.

Appena si entra nel palazzo si arriva ad una scalinata che porta al salone di rappresentanza. Da qui si raggiunge l'Appartamento Nobile famoso per i suoi affreschi del tardo manierismo romano.

La villa è caratterizzata da un bellissimo giardino ricco di fontane che creano dei teatri d'acqua. Da notare la Fontana del Bicchierone - opera di Gian Lorenzo Bernini - la Fontana degli Uccelli, la Fontana dell'Organo, i ninfei, le grotte, i giochi d’acqua e le cosiddette "fontane musicali” che valorizzano le armonie dell’acqua per creare giochi musicali.

La Villa era quasi completata alla morte di Ippolito d’Este nel 1572. Dopo altri interventi nel XVII secolo, seguì un periodo di decadenza. Fu il cardinale Gustav Adolf von Hohenlohe a farla rivivere ospitando artisti come il musicista Ferenc Liszt (1811-1886). 

Acquisita dallo Stato italiano, fra gli anni Venti e Trenta del Novecento la Villa fu restaurata e aperta al pubblico.

Per maggiori informazioni sulle visite telefono: +39 0774 332920 e sito: https://www.visittivoli.eu/le-ville/villa-d-este&lang=IT

Visita virtuale: https://www.visittivoli.eu/le-ville/villa-d-este&lang=IT


















Villa Adriana

Dista 11 minuti da Villa d’Este

Villa Adriana è era la residenza suburbana dell’Imperatore Adriano. Servirono circa vent’anni per costruirla: tra il 118 e il 138 d.C.
L’imperatore scelse questa posizione per la sua villa per la grande ricchezza d’acqua e per la vicinanza con Roma, (solo 28 chilometri). 
La Villa è considerata la regina delle Ville imperiali dell’antica Roma per l’imponente grandiosità dell’architettura, rappresentava una vera e propria città, estesa su un’area di circa 120 ettari. È costituita da un complesso di edifici classici che combinano elementi architettonici egizi, greci e romani. Oltre al Palazzo imperiale, vi erano templi, biblioteche, teatri, terme, ninfei, l’odeon, l’arena, l’accademia e poi parchi, magazzini e alloggi per la servitù e le guarnigioni. 
Nel Rinascimento la villa di Adriano rappresentava un esempio di ispirazione classica per l’uso delle statue e dei giochi d’acqua.
Ingresso gratuito prima domenica del mese.
Per maggiori informazioni: https://www.unesco.it/it/PatrimonioMondiale/Detail/132


















Parco di Villa Gregoriana

Villa Gregoriana a Tivoli permette di fare una passeggiata di circa un paio di ore tra boschi, sentieri, scalini nella roccia, cascate e i resti della Villa del console romano Manlio Vopisco, ma anche i templi romani tra cui quello celebratissimo Tempio di Vesta.
Il parco è frutto di un progetto di ingegneria idraulica voluto nel 1832 da papa Gregorio XVI per contenere le continue esondazioni dell’Aniene, incanalando le sue acque in un doppio traforo scavato nel monte Catillo e ingrossandole poi artificialmente dando così vita ai 120 metri di salto della nuova Cascata Grande, che è la seconda più alta in Italia dopo le Marmore. 
Il parco subì un degrado e nel 2005 venne riaperto al pubblico grazie al FAI. e oggi si possono di nuovo percorrere gli antichi sentieri liberati dai rovi.
Orario 10-18,30
Per informazioni telefono 0774-332650 e sito: https://fondoambiente.it/luoghi/parco-villa-gregoriana























Subiaco

45 Minuti

Subiaco si trova a circa 45 minuti d'auto da Orvinio. Si segue la Via Licinese verso Percile, poi si passa Licenza e si arriva a Vicovaro sulla Via Tiberina, dove bisogna girare a sinistra (di fronte si vedono il fiorista e la macelleria, qui si svolta a sinistra). Dopo un chilometro sulla destra si trovano indicazioni per Subiaco.











Monastero  di San Benedetto

Il Santuario del Sacro Speco di Subiaco sul Monte Taleo custodisce uno dei luoghi più sacri della spiritualità benedettina: la grotta dove il giovanissimo San Benedetto da Norcia visse da eremita, seguendo l’esempio dei padri anacoreti, all’inizio del VI secolo. 

La Grotta di San Benedetto divenne luogo di culto già a partire dal VI secolo, ma solo nella seconda metà dell’XI secolo è stata creata la struttura attuale che è caratterizzata dall’equilibrio fra natura, architettura e roccia.

Oggi il Monastero si compone di due chiese sovrapposte e di molteplici piccole cappelle. 

Si raccomanda di osservare il primo antico ritratto esistente di San Francesco d’Assisi, pellegrino che raggiunse Subiaco nel 1223 al seguito del Cardinale Ugolino, futuro papa Gregorio IX. L’antico refettorio custodisce invece uno straordinario affresco del Trecento dell’Ultima Cena , recentemente restaurata.

Per maggiori informazioni: https://monasterosanbenedettosubiaco.it/monastero/

Si consiglia di andare nei giorni feriali perché la domenica alcune parti del monastero sono chiuse per le funzioni religiose.














Monastero di Santa Scolastica

Il monastero si trova a 510 metri di altezza e per secoli ospitò eremiti e monaci che si dedicavano alla contemplazione e alla preghiera. Per questo la zona è nominata “valle santa”.

Il monastero è formato da un complesso di edifici costruiti in epoche e con stili diversi. All’ingresso si legge la scritta “Ora et Labora” che porta al primo chiostro rinascimentale del secolo XVI. Da qui si arriva in un secondo chiostro, il “Chiostro Gotico” del secolo XIV ed, infine, al terzo, nominato “Chiostro Cosmatesco”, del secolo XIII. 

Il Campanile è del XII secolo e la Chiesa attuale è della fine del 1700. 

Il monastero ebbe il periodo di maggiore splendore tra il secolo XI e il secolo XIII. Nel 1465 i due chierici tedeschi A. Pannartz e C. Sweynheym vi impiantarono la prima tipografia italiana, che arricchì la Biblioteca

Per maggiori informazioni: https://benedettini-subiaco.org/index.php/monastero-santa-scolastica

Il Laghetto di San Benedetto e la villa di Nerone

Il laghetto di San Benedetto è il più piccolo del Lazio e si trova a circa 2,5 km da Subiaco, nella boscosa Valle dell’Aniene, all’interno del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Il lago è caratterizzato da una fragorosa cascata e si trova a pochi minuti dal Monastero di Santa Scolastica. 

Nello stesso giorno si possono visitare anche i due Monasteri benedettini (Il Sacro Speco e Santa Scolastica). 

Per maggiori informazioni: https://www.lazionascosto.it/laghi-piu-belli-visitare-vedere/laghetto-di-san-benedetto/


lunedì 20 marzo 2023

Praterelle: il giardino delle orchidee

Andando da Orvinio verso Scandriglia, lungo la via Provinciale, si incontra il giardino delle orchidee in località Pratarelle. 

Sulla destra c'è un bellissimo fontanile in pietra al centro di un pianoro ventoso, mentre sulla sinistra c'è l'accesso al giardino, riconoscibile dal cartellone del Parco Monti Lucretili, dove cresceono le orchidee spontenee.

Da Casa Vallebona si consiglia di arrivare al giardino a piedi con una passeggiata di 10-15 minuti.

Questa sotto è la vista che si gode proprio dal giardino delle orchidee.

 








Percile e i suoi laghetti

Per raggiungere il centro del paese di Percile ci vogliono 15 minuti di macchina. Si può andare in macchina verso il lago ma bisogna essere consapevoli che non è una strada asfaltata. Poi ci sono circa 30 minuti a piedi per i laghi di Percile. C'è solo una strada pedonale quindi è molto facile arrivarci.

Il centro storico di Percile

Sembra che il nome di "Percile" derivi dalla romana gens Porcia.

La città fu sicuramente abitata in epoca romana e la conosciamo da una stele marmorea di una bambina di circa 7 anni sulla quale si raccontano vari personaggi locali.

In età romana classica le case di Percile erano raggruppate in Villae e Pagus.

La prima notizia certa del paese risale al 314 - 335 nella biografia di San Silvestro I.

Nel X secolo furono costruiti castelli intorno alla città per aiutare a difendere le città circostanti.

I due laghi denominati "Lagustelli"

Ci sono due laghi: il principale molto facile da vedere e da raggiungere e un secondo più piccolo che si può raggiungere camminando nel bosco.

Il lago più grande, con un diametro di quasi 120 metri, si chiama Fraturno mentre quello più piccolo, situato a pochi metri di distanza, si chiama Marraone. I laghi sono circondati da una rigogliosa vegetazione composta da salici, canneti e querce. Di una certa importanza è anche la fauna composta da bisce d'acqua, anfibi, carpe e tinche.

Nei laghi non si può nuotare sia per motivi di sicurezza sia perché è un'area protetta per la fauna.




Lago del Turano

Il lago del Turano è un posto meraviglioso nel quale è possibile fare passeggiate, sport acquatici, un bagno o passare semplicemente una giornata sotto il sole.

Per il pranzo si consiglia il Ristorante “Il Tasso” che ha una splendida terrazza sul lago e  serve prodotti tipici della zona, anche senza glutine. Si consigli di ordinare il pesce di lago, la trota, la pasta fatta a mano, i funghi e la carne grigliata.

Ristorante “Il Tasso” Via Turanense, 26, 02020 Castel di Tora Rieti; Telefono: 349 534 9941  


Colle di Tora

Il paese era nel cuore del popolo dei Sabini. In epoca longobarda faceva parte del gastaldato Turano, poi a partire dal IX secolo prese il nome di Collepiccolo e dipendeva dall’importante e potente abbazia di Farfa.

Il borgo si è fortificato a causa delle frequenti incursioni di Saraceni ed Ungari nel IX e  X secolo. Nel XIII secolo Collepiccolo entrò a far parte dei possedimenti dei Brancaleoni, una potente famiglia originaria della Romagna che arriverò a dominare Bologna.

Agli inizi del XV secolo la signoria su Collepiccolo passò agli Orsini e  nel 1634 il feudo venne venduto ai principi Borghese. Per maggiori informazioni: https://www.turano.it/colle-di-tora-ri/

Paganico

Questa è la vista del lago da Paganico che è famosa per la saga delle Sagne Strisciate a luglio e per la Saga delle Castagne a fine agosto.

Castello di Tora

Sul lago si affaccia il Castello di Tora a cui si può accedere solo con visita guidata di gruppo. Le visite si effettuano la domenica ed i giorni festivi alle 10:30  per prenotare compilare il modulo a questo indirizzo:

https://docs.google.com/forms/d/1o77bzbKR_-kOjsLcQvgAxfF_TndIJaUuZllahhss7B4/viewform?ts=60b35933&edit_requested=true

Il percorso prevede un dislivello di 130 mt ed è lungo circa 2 km andata e ritorno. Sono necessarie scarpe da trekking o almeno da ginnastica, uno zainetto, una bottiglia d’acqua, ed indossare abiti comodi ed adatti alla stagione (siamo a 600mt slm). Si arriva all’antico Borgo di Autumni dopo aver seguito una strada panoramica sul lago dove si vedono i ruderi e le ricostruzioni. Si passa sotto il ponte cinquecentesco, si passa sotto l’arco d’ingresso e si arriva alla piazza, al Palazzo del Drago fino alla grotta dell’eremita con affreschi devozionali.

Per maggiori informazioni: https://camminandocon.org/escursioni/escursioni-guidate-borgo-di-monte-antuni-ed-eremo-di-san-salvatore/

Trekking da Orvinio a Castel di Tora

Per gli amanti del trekking si può raggiungere Castel di Tora a piedi lungo l’antico “Cammino di San Benedetto” che passa dall'Abbazia di Santa Maria del Piano, poi a Pozzaglia Sabina, fiancheggia i versanti occidentali del Monte Faito e attraversa boschi di conifere e di faggeti offrendo una vista in lontananza dell'azzurro del Lago del Turano.

Sullo sfondo la gobba del Monte Navegna e poi, verso sud, quella del Monte Cervia. Usciti dal bosco e intercettata la piuttosto rovinata mulattiera che segue per buona parte il principale ed ampio crinale, per l'intera e lunga discesa si ammireranno i colori, i riflessi e le differenti insenature che caratterizzano questo piccolo e caratteristico lago artificiale. Qui si arriva al pittoresco borgo di Castel di Tora, che è vicino al ristorante “Il Tasso”.

Sport sul lago

Si possono fare tante attività all'aperto sul lago del Turano:

  • Uscite in barca a vela e corsi di vela
  • Canoa, Kayak e Sup
  • Noleggio pedalò
  • Sci d’Acqua

  • Wakeboard e Surf da onda
  • Noleggio ombrelloni e sdraio
  • Servizio bar e ristorazione
  • Aperitivi in barca sul lago
  • Lezioni di yoga sulla riva del lago
  • Pesca alla carpa

Per maggiori informazioni: https://www.fragrancetour.com/italia/alta-sabina/attivita-acquatiche-laghi-turano-salto/

Santa Maria del Piano

Si può raggiungere la Chiesa di Santa Maria del Piano percorrendo la strada principale (Via Licinese) in macchina e poi a piedi lungo la strada bianca o, se si vuole, si può fare tutta la strada a piedi.

L'origine della Chiesa di Santa Maria del Piano dovrebbe risalire al IX secolo d.c. e dovrebbe essere stata fondata in seguito a una vittoria dell'esercito dell'Imperatore Carlo Magno sui Saraceni nella pianura adiacente, per ringraziare la Vergine Maria del suo aiuto. 

Intorno alla chiesa si era sviluppata una ricca abbazia benedettina legata alla potente abbazia di Farfa, ma a partire dal '500 iniziò una lunga fase di declino e abbandono in cui il sito veniva frequentato solo per alcune celebrazioni e le consuetudini rurali.

Fino agli anni '70 la chiesa si trovava nel territorio di Pozzaglia, ma era sotto il controllo di Orvinio, poi è diventata proprietà dello Stato. 

La chiesa aveva una pianta a croce latina con un abside semicircolare. La torre campanaria è ancora in piedi ed è caratterizzata da più livelli di trifore. E' possibile osservare ancora delle tracce del vecchio convento, ma in generale la situazione dell'edificio è critica e sono stati rubati reperti importanti come il rosone del timpano centrale. 
















Per maggiori informazioni visitare il sito dei Beni Culturali: http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1344607784988_02_-_Lorenzo_Fiocca_p._405.pdf

Le cascate di Rio Petescia

Se si prosegue oltre la Chiesa di Santa Maria del Piano, camminando per i sentieri che attraversano i pascoli, si incontra il Rio Petescia. Seguiamo il suo corso per arrivare alle cascate. A volte serve cambiare sponda, ma i guadi sono facili, anche il sentiero spesso è ostruito da vegetazione, ma con un po' di pazienza ed un buon bastone, si riesce a passare. Il percorso difficile però vale la pena perché si giunge infine ad una cascata meravigliosa e selvaggia di circa 4/5 metri di altezza. Nella pozza sottostante si può fare il bagno intorno a luglio-agosto, anche se l'acqua è molto fredda.

Si può tornare su sterrate e sentieri che si ricongiungono al sentiero di andata, poco prima dell'abbazia.

Clicca su WIKILOCK per trovare il percorso.

Il Borgo di Orvinio

Casa Vallebona si trova a 1,2 km da Orvinio che è uno dei "Borghi più belli d'Italia". Il paese è di origine medievale, ma è possibile visitare chiese con affreschi rinascimenteschi e decorazioni barocche. 

Storia del borgo

Orvinio nasce nel periodo dell'occupazione da parte dei Siculi della Sabina e intorno ai primi decenni dell'anno Mille cade sotto il dominio benedettino, vista la vicinanza con la potente Abbazia Benedettina di Santa Maria del Piano (vedi più avanti). 

Successivamente Orvinio viene posseduto dagli Orsini e, con la riforma del 1816 venne costituita la baronia, finchè il Principe Camillo Borghese rinunciò ai suoi diritti feudali su Orvinio. 

Nell'800 Orvinio entrò a far dello Stato Pontificio e fu sede di Governo e residenza del Governatore. 

Rimase sotto la provincia di Roma fino alla creazione della provincia di Rieti nel 1927.

Appena si arriva nell'incrocio principale su Via Roma, sulla sinistra si trova la deliziosa scalinata in pietra che d'estate è ricoperta di gerani rossi come nella foto.

 

Santa Maria dei Raccomandati

Salendo per queste scale si arriva alla chiesa di Santa Maria dei Raccomandati, visibile in alto nella foto.

La chiesa fu eretta appena fuori le mura di Orvinio nel 1582 e faceva parte dell'ex convento francescano e ostello per i pellegrini, che veniva tenuto dai Religiosi Conventuali fino all'epoca napoleonica.

Nel 1653, sotto papa Innocenzo X, il convento fu soppresso e riaperto solo quando il comune diede appoggio ai monaci.

Il chiostro adiacente ha una vista bellissima vista sulla campagna. L'interno è a navata unica con altari laterali. La chiesa è notevole per gli affreschi seicenteschi di Vincenzo Manenti, originario di Orvinio.

La facciata è stata rifatta in stile neoclassico. Attualmente la chiesa è tenuta dalla Confraternita del Gonfalone e vi si celebra la messa e processione nel nome di Sant'Antonio.

D'estate nella chiesa di Santa Maria dei Raccomandati si tengono spesso concerti.


Castello Malvezzi Campeggi

Oltrepassando l'arco di marmo che dà accesso al centro storico, si arriva alla chiesa di San Nicola, che è il santo patrono del paese.

Sulla sinistra si sale verso le mura perimetrali del castello dei Malvezzi Campeggi, purtroppo non visitabile. Dell'edificio originale, che è stato ristrutturato nel XX secolo, restano la torre cilindrica e le mura di cinta merlate che circondano il centro storico. Proprio intorno ad esse si può fare una bellissima passeggiata da cui si gode di un affaccio stupendo sulla vallata, è facile vedere mucche al pascolo, ma anche i cinghiali con le loro cucciolate, specie d'estate. Quando il fieno è alto, i prati si muovono sotto la spinta del vento cambiando continuamente colore e  si possono fare delle foto bellissime.

Santuario di Santa Maria di Vallebona

Il Santuario di Santa Maria di Vallebona è stato edificato intorno al 1643 grazie alle offerte degli abitanti di Orvinio. Si trova dove c'era il vecchio borgo di Vallebona, ben visibile dalla torre di avvistamento, ormai quasi diruta, che secondo alcuni risale all'anno Mille.

Secondo la leggenda gli abitanti di Orvinio decisero di costruire lì il santuario perché un pastore, nell'atto di tagliare dei rami in quella zona, colpì un'immagine della Vergine nascosta tra i rovi e sentì emettere un grido. L'immagine cominciò a sanguinare. 

Il pastore corse in paese per dire agli altri della sua scoperta e i paesani decisero di conservare l'immagine in una delle Chiese di Orvinio. 

Il giorno successivo, però, l'immagine era sparita e fu ritrovata nel luogo del ritrovamento originale. Si decise quindi di non spostarla più da lì e di costruire in quel punto l'attuale santuario. 

Sull'altare maggiore si trova, infatti, l'affresco della Vergine in atto di porgere il latte al Bambino. 


Le poiane volano alte sulla vallata sopra la collina di Vallebona.

La pizza di Orvinio

Patrimonio del paese è la pizza bianca e rossa dell'unico forno di Orvinio che è una meta privilegiata di ciclisti, motociclisti e vacanzieri della domenica. Solo la pizza vale il viaggio in paese!

Il ristorante Taka Pizza, sulla via principale, offre cucina tradizionale, pizza e dolci. La proprietaria, Katia Taddei, può fornire anche piatti speciali senza glutine e pizza.